Il palazzo, il cui nucleo originario si data al secolo XIII, è oggi visibile nel suo aspetto settecentesco, scaturito da numerose fasi edilizie che si resero necessarie nel corso dei secoli a causa dei frequenti terremoti e degli accorpamenti di edifici circostanti. L’unico elemento duecentesco ancora visibile è l’alta torre che sovrasta il resto della struttura, mentre il corpo principale presenta due prospetti: quello sul lato nord, realizzato tra 1784 e 1786 dall’architetto Pietro Ferrari, e quello sul lato sud, prospiciente la Piazza del Comune, progettato dall’architetto locale Francesco Angelo Amadio detto “Lo Scheggino”.
Conclude questo lato la neogotica facciata del Palazzo Brancaleoni, l’ultimo degli accorpamenti operati allo scopo di ingrandire la sede comunale, decorata nel 1913 dagli artisti spoletini Giuseppe Moscatelli e Benigno Peruzzi. A quest’ultimi si attribuisce anche la decorazione pittorica ed in stucco di gran parte delle sale interne, recentemente restaurate (2007), che ospitano inoltre pregevoli opere d’arte provenienti dalla ex Pinacoteca Comunale, tra le quali, una grande tela del Guercino e due affreschi staccati del pittore rinascimentale Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna”.
Notevoli sono la “Sala dei Duchi”, ornata nel soffitto dai ritratti idealizzati dei più importanti duchi longobardi di Spoleto, la “Sala Caput Umbriae”, il cui programma decorativo è basato sull’esaltazione degli spoletini più illustri delle varie epoche, e la cappella interna al palazzo, dedicata a San Ponziano.
AA.VV., L’Umbria, Manuali per il Territorio, Spoleto, Roma 1978